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Secondi

Fritto estivo di paranza al Senatore Cappelli

Portate

4

Preparazione

20 minuti

Cottura

20 minuti

Difficoltà

facile

Ingredienti

  • 400 g di pesci da paranza puliti

  • 200 g di totanetti puliti

  • farina di grano duro Senatore Cappelli

  • olio per friggere

  • sale

pesci-di-paranza

A proposito di questa ricetta

Per fare in modo che i totani non schizzino nell’olio caldo, strizzateli bene come descritto sopra, poi non aspettate che diventino troppo dorati, ma scolateli ancora bianchi (ma croccanti), altrimenti si scalderanno troppo all’interno facendo uscire l’acqua contenuta all’interno.

Il fritto di paranza si chiama così per via della rete (la paranza) che si usa per pescare i pesci più piccoli. Di solito ci possono essere triglie, naselli, soglioline e sgombretti e si friggono tutti interi anche con la testa.

La farina di grano duro rende il fritto un po’ più croccante e leggermente più dorato. Se volete, potete sostituirla con farina bianca normale.

Procedimento

Sciacquate i pesciolini di paranza sotto l’acqua (anche l’interno) e asciugateli con carta da cucina. Sciacquate i totanetti, tagliateli ad anelli e strizzateli bene in un telo in modo che perdano la maggior parte dell’acqua.

Scaldate abbondante olio per friggere. Quando i totanetti saranno ben strizzati, infarinateli e poi tuffateli poco alla volta nell’olio ben caldo. Appena si forma bene l’anello girateli e fateli cuocere sull’altro lato per un paio di minuti senza farli diventare troppo dorati. Prelevateli con un mestolo forato, fateli scolare su carta assorbente da cucina e teneteli in caldo.

Infarinate i pesci da paranza e friggeteli man mano nell’olio, prelevateli con un mestolo forato e fateli scolare su carta assorbente da cucina. Salate pesci e anelli di totano e servite subito il fritto di paranza con un buon bicchiere di vino bianco ben freddo.

I CONSIGLI DEL VIGNAIOLO

Cococciola

Negli ultimi anni i vini abruzzesi hanno subito un forte boom, soprattutto il Pecorino e la Passerina, ma c’è un altro vitigno degno d’attenzione che è la Cococciola che si coltiva quasi esclusivamente nella provincia di Chieti. Da sempre utilizzata come vitigno da taglio, da qualche anno viene vinificata in purezza e dal 2010 esiste la denominazione Abruzzo Cococciola DOC. Il vino ha un colore giallo paglierino, con riflessi verdolini, al naso si presenta con note floreali e note agrumate con lievi sentori erbacei. Al palato esprime un bouquet fruttato, caratterizzato da una vivace acidità citrina. Il finale è piacevolmente sapido. A tavola si abbina molto bene ad antipasti di mare, in particolare di pesce crudo e più in generale con menù di pesce dai sapori e aromi delicati.

TAGS:frittopesci da paranzatotanettisemola Senatore Cappelli
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