
Cavolo nero
Il cavolo nero ha lunghe foglie verdi scure un po’ bitorzolute con una lunga costa in mezzo. Fa parte della famiglia dei crociferi, come i cavoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles e broccoli, anche se non ha il tipico fiore centrale. Come la verza, si dice che sia molto buono quello raccolto dopo una gelata invernale. Tipico della cucina toscana, viene utilizzato per preparare la famosa ribollita, una minestra della cucina povera fatta con pane secco, cavolo nero e fagioli; non molto diversa da altre zuppe contadine che si preparano in tutta Italia con gli ingredienti che si avevano a disposizione (la zuppa valpellinentze valdostana ad esempio ha la fontina al posto dei fagioli e la verza al posto del cavolo nero). Questo ingrediente è ricco di antiossidanti, tanto che in questi ultimi anni è diventata una verdura molto “di moda” da aggiungere nelle centrifughe disintossicanti soprattutto per il fegato. Viene venduto in mazzi da circa 300-500 g e prima dell’utilizzo bisogna eliminare le foglie esterne più rovinate e dure, la parte finale del gambo e poi sciacquare abbondantemente le foglie sotto l’acqua corrente. Le foglie più grandi e consistenti sono perfette per zuppe e minestroni, quelle più tenere interne vanno bene per il pesto o per una deliziosa (e super-salutare) insalata.